SII SEMPRE TE STESSA |
Daniela era nella grande cucina della sua casa, illuminata dal caldo sole del primo pomeriggio d’inizio settembre, e stava osservando dalla finestra la figlia che sistemava le ultime valigie nel portabagagli dell’auto. Ilaria era ormai cresciuta e anche per lei era arrivato il momento di lasciare il suo paese e la sua famiglia per raggiungere una grande città universitaria, dove avrebbe potuto studiare e realizzarsi. La madre, vedendola correre dentro, sentì che era arrivato il momento di salutarsi e le andò incontro. «Mamma, allora io …» «Aspetta, prima voglio dirti una cosa, abbiamo ancora un po’ di tempo» e la invitò a sedersi sul divano accanto a sé. «Credo che le raccomandazioni non servano in questo momento, ma ciò che ho da dirti è molto importante … Quando avevo la tua età anch’io per proseguire gli studi sono andata via di casa ed ero entusiasta, curiosa, desiderosa di aprirmi al mondo e di fare nuove esperienze, proprio come te, ma ciò che volevo di più era acquistare autonomia, libertà, quasi cambiare vita. Nei primi mesi lontano da casa ho cominciato a ottenere le mie piccole soddisfazioni all’università e a conoscere altre persone, ma più passava il tempo e più stringevo amicizie sbagliate che mi “allontanavano” da quella che fino ad allora era stata la vita semplice di una ragazza originaria di un piccolo paese dell’Italia meridionale. Il contesto in cui vivevo, i luoghi e le persone che frequentavo mi presentavano l’“emancipazione” come unico scopo e stile di vita, una finta libertà a cui avevo finito per credere, ma che mi lasciava sempre vuota dentro. Non c’è voluto molto perché prendessi cattive strade e le serate con gli amici naufragassero nell’uso sconsiderato di alcool; perdersi a volte è semplice …» «Cos’è successo dopo?» Ilaria sembrava incredula. «Una notte mi sono sentita male, troppo alcool, e sono stata trasportata al pronto soccorso. Il mattino dopo, i miei genitori erano già lì, preoccupati, ma per fortuna non era nulla di grave e mi sono rimessa in fretta. Hanno subito capito che avevo bisogno di una guida, un sostegno e mi hanno riportato in paese, dato che ormai era quasi estate e gli impegni all’università erano davvero pochi. È stato proprio a casa, con la vicinanza e l’amore di tutti i parenti, gli amici, il calore della gente del posto, così diversa da quella fredda e indifferente della città, che ho capito di essere rimasta sempre la stessa da quando ero partita: la mia identità non si era mai cancellata, né gli insegnamenti dei miei genitori erano andati perduti, ma erano rimasti scolpiti dentro di me. In quei tre mesi nel mio paesino, povero ma semplice, ho riscoperto la bellezza delle tradizioni e della cultura che mi avevano accompagnato in tutto il mio percorso di crescita e l’importanza dei valori che queste mi avevano trasmesso. A settembre sono tornata in città con nuove energie. Ora ero finalmente libera: perché libertà non vuol dire non seguire le regole, ma vivere nella consapevolezza di ciò che si è e che si fa; rispettare gli altri e se stessi ispirandosi ai principi morali che sono alla base della società e sapendo di avere dentro un grande bagaglio di valori e conoscenze che rendono ciascuno unico e irripetibile. È dalla diversità che il mondo trae ricchezza e armonia, così come la bellezza di un mosaico dipende dalla varietà dei pezzi che lo compongono». Ilaria tacque; quelle parole così profonde, così vere e concrete l’avevano lasciata senza fiato. Sua madre aveva parlato di insegnamenti e, narrandole la sua storia, le aveva sicuramente donato uno dei più importanti. Neanche Daniela parlò per un po’, voleva lasciare che la figlia riflettesse da sola. Improvvisamente il suono di un clacson ruppe quel momento: era il papà di Ilaria, che doveva accompagnarla alla stazione. La ragazza si alzò e, seguita da Daniela, andò verso la porta: madre e figlia si abbracciarono, promettendosi a vicenda che si sarebbero riviste il più presto possibile, poi la mamma le disse: «Non dimenticare mai chi sei, ma tieni sempre vivo dentro di te tutto ciò che hai imparato in questi anni: non farai strada e non potrai conoscere il mondo, gli uomini, se prima non saprai chi sei tu. Devi partire sempre da te stessa, solo così andrai lontano». Ilaria sorrise e uscì di casa. Daniela la vide infilarsi nell’auto del papà e poco dopo scomparire dietro l’angolo. La ragazza durante il tragitto in auto non smetteva di pensare alle parole della mamma, e fu solo all’arrivo in stazione che con il pensiero le rispose: «Sì, mamma, te lo prometto: ricorderò sempre chi sono, il paese e la famiglia cui appartengo, che hanno segnato e modellato la mia vita sino a oggi. Sarò degna di me stessa». E sorridendo si avviò lieta verso il viaggio che avrebbe scritto tante nuove pagine della sua vita. |